Il Friuli Venezia Giulia vanta una ricca tradizione nell’uso delle erbe aromatiche, che arricchiscono la cucina locale con sapori intensi e profumi inebrianti.
Queste erbe non adornano solo i piatti tipici, ma sono anche un ingrediente essenziale di liquori, tisane e prodotti erboristici conosciuti in tutto il mondo. Il clima mediterraneo della regione, con influenze continentali e montane, crea l’ambiente ideale per la coltivazione delle erbe. Dai terreni calcarei della costa alle zone collinari e prealpine, il territorio offre diversi microclimi e tipi di suolo che favoriscono la crescita di numerose specie aromatiche.
La regione si distingue per la ricca biodiversità di erbe aromatiche autoctone e coltivate. Tra le più diffuse troviamo: basilico, salvia, rosmarino, timo, alloro. Oltre a queste erbe comuni, l’area è rinomata anche per specie meno conosciute, come santoreggia, finocchio, maggiorana, verbena e primula, che arricchiscono la cucina locale con sapori unici ed eccezionali.
L’uso delle erbe aromatiche affonda le proprie radici in tradizioni millenarie: già in epoca romana erano apprezzate per le loro proprietà organolettiche e medicinali. Nel corso dei secoli, il loro uso si è consolidato nella cucina locale, diventando un segno distintivo della gastronomia regionale, al punto che alcuni piatti tipici non si possono proprio immaginare senza le erbe aromatiche. In primavera, erano comuni le frittate o “frtalje”, arricchite con varie erbette, da cui le persone traevano non solo nutrimento ma anche proprietà curative. Tra queste erbe, la maggiorana era spesso presente, insostituibile in stufati, arrosti, nello “žvacet”, una sorta di spezzatino, nelle “šupete”, particolari zuppe di pollo, nonché negli štruklji, o struccoli. Molto diffusi erano anche i fiori di finocchietto, in grado di arricchire qualsiasi pietanza: dai salumi, alla carne di maiale, al pesce, alle uova e alle verdure, fino ai dolci.