Le difficoltà occupazionali hanno spinto la popolazione della Val Resia a creare il mestiere dell’arrotino.
Per diversi mesi l’artigiano viaggiava nelle vicine regioni offrendo le proprie prestazioni. Dopo la Seconda guerra mondiale un centinaio di uomini esercitavano questo particolare mestiere tanto che in alcuni luoghi essi venivano chiamati semplicemente “resiani”. Gli arrotini trasportavano la mola e gli altri arnesi da lavoro racchiusi in una cassetta portata a spalla, denominata krama. Poi subentrò il carretto a due ruote che, dopo l’ultima guerra, fu sostituito dalla bicicletta, sulla quale era montata la mola. Questa è un ‘immagine ancora viva nella memoria popolare.
Gli arrotini si sono spinti nelle città dell’impero Austro-ungarico, dei Balcani e del nord Italia, dove molti si fermarono ed aprirono botteghe artigiane. Ancor oggi diversi praticano questo mestiere, spostandosi in automobile o furgone.
La memoria di quest’attività artigianale viene oggi conservata dall’associazione Arrotini Val Resia, che ha allestito a Stolvizza (Stolbica) il Museo dell’arrotino e un monumento. La seconda domenica di agosto viene inoltre organizzata la Festa dell’Arrotino alla quale partecipano molti artigiani ancora attivi.