I confini si spostano, le persone restano

Le zone in cui oggi risiedono gli sloveni non condividono lo stesso passato in quanto sono state soggette a svariate e distinte vicende storiche. Questa diversità si rispecchia ancor oggi nella caleidoscopica realtà della comunità slovena

IL TRIESTINO – Nel 1382 la città di Trieste si dedicò volontariamente alla casata degli Asburgo e, da quel momento, è stata per oltre cinque secoli la finestra aperta dell’impero sul mondo. La città è diventata progressivamente un connubio di elementi romani, slavi e germanici, mentre la campagna è stata ininterrottamente abitata dalla popolazione slovena. Una parte dell’attuale territorio triestino rientrava, assieme alla contea di Gorizia, nei possedimenti dei signori duinesi.

IL GORIZIANO – Nel 1500, alla morte dell’ultimo conte Leonardo, avvenuta senza eredi, la Contea di Gorizia divenne parte dei domini degli Asburgo. Gorizia era una vivace cittadina commerciale dove si parlava sloveno, italiano e tedesco.

LA RESIA E LA SLAVIA FRIULANA – Le Valli della Resia, del Torre e del Natisone furono, unitamente al resto del Friuli, governate per oltre tre secoli (1420 – 1797) dalla Repubblica di Venezia. Proprio per questo motivo una parte del suo territorio viene ancor oggi denominata Benečija, in sloveno, e Benecia, in italiano. Dopo il crollo della Serenissima i territori passarono sotto il dominio austriaco per poi essere annessi, nel 1866, al Regno d’Italia.

LA VAL CANALE – La Val Canale è storicamente appartenuta alla regione della Carinzia, che è succeduta alla Carantania. La Valle, assieme alle Cave del Predil, ha fatto parte dei territori dell’Impero austro-ungarico fino al termine del primo conflitto mondiale, formalizzato con la firma del Trattato di pace di Saint-Germain nel 1919. Fino a quel momento la popolazione slovena e tedesca aveva convissuto in modo pacifico.  

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