Se il Narodni dom e l’incendio dell’edificio rappresentano il capitolo più noto e doloroso della storia degli sloveni di Trieste, meno conosciute sono le sue vicissitudini da quel tragico evento fino ai giorni odierni.
Devastato completamente dal rogo del 1920, l’edificio è stato in seguito espropriato e, negli anni 30, riqualificato in hotel con il nome di “Regina”. Dopo la Seconda guerra mondiale, è stato costruito, in risarcimento del Narodni dom, il teatro sloveno Kulturni dom in via Petronio, la realizzazione del quale è stata finanziata dal governo italiano, la Repubblica Jugoslava ha invece sovvenzionato l’acquisto degli arredi interni.
Tra il 1988 e il 1990 il Narodni dom è stato completamente ristrutturato per accogliere la sede della Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori dell’Università di Trieste. Nel 2004 è stato allestito, all’interno dell’edificio, il centro di informazione sloveno, successivamente la sezione per i giovani lettori della Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi.
Nel 2020, a cent’anni dall’incendio, l’edificio è stato restituito alla comunità nazionale slovena in base a un protocollo d’intesa, che il governo italiano ha concretizzato col decreto approvato nell’ottobre del 2021. Nel marzo del 2022 il trasferimento, a titolo gratuito, del palazzo, progettato all’architetto sloveno Max Fabiani, è stato formalizzato con la stipula del relativo contratto in presenza del presidente della repubblica Sergio Mattarella.
Nell’atrio dell’edificio è oggi esposta una mostra sulla storia e il significato del Narodni dom. Ulteriore materiale è disponibile anche sull’apposito sito web. Nel 2023 è stato allestito nell’ala destra, al piano terra, il Centro informativo multimediale Stik con una capienza di 30 persone. Al suo interno sono brevemente raccontati, in modo accattivante, la storia degli sloveni in Italia, i rappresentanti più illustri della comunità slovena, la gastronomia, i musei etnografici nonché le associazioni sportive, culturali e sociali.