Hlebiće, pariće, krnjeti, štruce, bige … a Trieste, come ovunque nel mondo, il pane è presente nelle sue diverse declinazioni. Anche le donne, che ogni giorno sfornavano il fragrante pane per la propria clientela, venivano chiamate con un nome particolare, krušarce o pancogole in dialetto triestino.

Krušarce o pancogole
Si trattava delle panificatrici provenienti dai paesi sloveni intorno a Trieste che vendevano in città il pane, preparato di notte nei forni a legna e trasportato nelle ceste sulla testa o in borse di tela.
Le krušarce più note erano quelle di Servola e del Breg, dove l’attività della panificazione femminile si protrasse fino al secondo dopoguerra. Il loro pane bianco, lavorato in piccole pagnotte di forme particolari, veniva distribuito in città ogni giorno, tranne a Natale e Pasqua.
Il miglior pane in Austria
Come mai il pane di Servola era così ben apprezzato? Le donne acquistavano personalmente il frumento che trasportavano fino al mulino, approvvigionandosi di legna da ardere dalla Ciceria e di acqua dal pozzo di casa. La panificazione iniziava presto la sera per protrarsi fino all’alba.
L’intero procedimento, la grande attenzione e l’amore per questo particolare mestiere costituivano gli ingredienti segreti del pane la cui fama giunse molto lontano, tanto che nel 1756 venne persino proclamato il miglior pane in Austria. In tale occasione le panificatrici vennero invitate alla corte di Vienna per presentarlo personalmente.