In ragione della sua vicinanza al fronte tra Italia e Austria-Ungheria la Benecia è stata profondamente colpita dagli eventi bellici del primo conflitto mondiale (1915-1918).
Anche la comunità locale fu bersaglio dell’azione di repressione fascista, durata venticinque anni, che raggiunse il suo culmine nel 1933 quando l’uso della lingua slovena venne persino vietato durante le funzioni religiose. Con la Seconda guerra mondiale, seguirono nuove uccisioni e tragedie, le contrapposizioni ideologiche tra i movimenti di liberazione italiana e slovena furono in Benecia le più cruente e dolorose.
Contrasti di tale natura si perpetrarono anche nel periodo postbellico, che vide la creazione della cortina di ferro. In Benecia e Resia operò, per diversi decenni, la struttura paramilitare segreta promossa dalla Nato, meglio conosciuta con il nome di Stay-behind o Gladio, sorta per difendere il confine orientale da eventuali e improvvisi attacchi nemici, fondando tuttavia il proprio operato sulla diffusione del terrore tra la popolazione locale. Il 22 novembre 1990 il Parlamento europeo condannò in una risoluzione l’operazione Gladio richiedendo che venisse fatta un’approfondita inchiesta ed eradicate tutte le sue strutture paramilitari.
Oltre alle tensioni politiche questo territorio venne anche colpito dalla recessione economica; nel dopoguerra l’Italia e alcune zone del Friuli conobbero un importante benessere economico, mentre le Valli del Natisone e del Torre furono interessate da un fenomeno emigratorio di massa verso l’estero, principalmente la Francia e il Belgio.
Il 6 maggio 1976 anche sulle Valli del Natisone e del Torre si abbatté il violento sisma che causò numerose perdite umane, ingenti danni al patrimonio immobiliare e alla componente economica. Con la ricostruzione la comunità della Benecia conobbe un importante fioritura culturale senza eguali: vennero istituite associazioni e promosse manifestazioni, dedicate in primis ai giovani e bambini. Nei primi anni 80 venne inoltre fondata a San Pietro al Natisone (Špeter) l’attuale scuola bilingue Pavel Petričič che nel 2001 è stata pienamente inserita nel sistema scolastico statale garantendosi la propria permanenza.
Con l’adesione della Slovenia all’Unione Europea e all’Area Schengen, agli inizi del terzo millennio, si sono aperte per la Benecia nuove occasioni di cooperazione con lo stato sloveno.