Zbor zbirk: la storia raccontata dagli oggetti di un tempo

Così come altrove, soprattutto in seguito al terremoto del 1976 e all’emigrazione postbellica, piccole collezioni private sono sorte nei vari paesini siti su entrambi i lati del confine tra Italia e Slovenia.

In un’epoca in cui l’Europa è passata da una società rurale economicamente quasi autosufficiente a una società moderna, della quale sono entrate a far parte le automobili, nuovi strumenti e media, una cultura residenziale e relazioni moderne, molte persone hanno sentito il dovere di conservare gli oggetti e luoghi che hanno assicurato alle precedenti generazioni la sopravvivenza e il soddisfacimento dei bisogni quotidiani.

Così come altrove, soprattutto in seguito al terremoto del 1976 e all’emigrazione postbellica, piccole collezioni private sono sorte nei vari paesini siti su entrambi i lati del confine tra Italia e Slovenia.  C’era tuttavia il rischio che le storie di queste piccole collezioni disseminate su questo territorio sparissero per sempre assieme ai loro promotori e proprietari.

Dal 2012 al 2015 diversi partner hanno quindi dato vita, sotto la direzione della dott.ssa Mojca Ravnik della Stazione di Ricerca di Nova Gorica dell’Istituto sloveno di ricerca scientifica ZRC SAZU, al progetto Zbor zbirk, finanziato dal Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia, il cui obiettivo era quello di studiare, valorizzare e promuovere le collezioni del patrimonio culturale, realizzate in passato dagli abitanti locali. Gli studenti dell’istituto hanno così fotografato, documentato e analizzato tutto il materiale che è oggi accessibile in formato digitale sul sito internet http://zborzbirk.zrc-sazu.si/, dove sono consultabili le singole raccolte e gli oggetti, corredati da testi informativi in lingua italiana e slovena.

Per le Valli del Torre sono stare esaminate le raccolte di Taipana (Tipana), Prossenicco (Prosnid) e del museo di Lusevera (Bardo), alle quali si aggiungono anche le collezioni delle Valli del Natisone, della Resia, della Val Canale e dell’intera area sul lato sloveno del confine.

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