Se dalla pianura isontina rivolgiamo lo sguardo verso il Monte Santo (Sveta Gora), noteremo ergersi lungo il confine italo-sloveno l’alto Monte Sabotino (Sabotin), dalla cui vetta si apre uno spettacolare panorama della piana di Gorizia, dell’Isonzo, del Collio e delle Alpi Giulie.
Qui, un tempo, si ergevano un eremo francescano e la chiesetta di San Valentino, risalente presumibilmente al XIV secolo. I fedeli vi giungevano in pellegrinaggio il giorno di San Valentino. L’edificio venne fatto abbattere nel 1786, durante il periodo delle riforme giuseppine. Gli ultimi resti furono distrutti durante le sanguinose battaglie della Prima guerra mondiale, che hanno reso questo monte un luogo di morte e tristezza.
Nel 1922 il Sabotino venne dichiarato “Zona monumentale”, diventando un museo all’aperto. Sotto la sua cresta, nel 1947, venne tracciato il confine tra Jugoslavia e Italia, mentre nel 1978 fu collocata una grande scritta “Tito”, dedicata al maresciallo Josip Broz Tito. Nel tempo l’iscrizione è stata varie volte modificata, in parte e integralmente, nonché distrutta per essere nuovamente ricollocata.
Sul Sabotino è oggi allestito il Parco della Pace, un museo all’aperto con caverne, gallerie e altre testimonianze della Prima guerra mondiale. Fa parte del sistema di gallerie una grande caverna, che è possibile visitare con una guida.