L’istruzione in lingua slovena vanta in Italia una lunga tradizione, la cui storia si differenzia tuttavia dalla storia politica delle province dove risiede la comunità nazionale slovena.
Fu l’imperatrice austriaca Maria Teresa a istituire, già nella seconda metà del XVIII secolo (1774), le prime scuole con lingua di insegnamento slovena sul territorio dell’Impero austro-ungarico. Gradualmente andò a svilupparsi un’ampia rete di scuole insediate in tutte le località dove gli sloveni rappresentavano la popolazione maggioritaria.
Nel Triestino e Goriziano sorsero, già nella seconda metà del XIX secolo, anche diverse scuole private slovene. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento quasi tutti i bambini, indipendentemente dal sesso, frequentavano le scuole slovene, finché non vennero fatte chiudere dal governo fascista. Dopo l’annessione della Benecia e della Resia all’Italia, nel 1866, l’istruzione in lingua slovena non venne più introdotta.
Successivamente con l’entrata in vigore della riforma Gentiliana (Legge n. 2185 del 1923), promossa dal governo fascista, venne abolita la scolarizzazione in sloveno. Da allora in poi i bambini iniziarono a istruirsi in italiano, lingua che spesso sentivano per la prima volta sui banchi di scuola. Durante il secondo conflitto mondiale e l’occupazione tedesca si ebbe una prima rinascita dell’insegnamento in lingua slovena in tutta l’area del Litorale.
Oggi, sul territorio delle ex province di Gorizia e Trieste, opera una capillare rete scolastica slovena statale che copre l’intero ciclo di istruzione pubblica, dalla scuola dell’infanzia e primaria fino alle scuole secondarie di primo e secondo grado. In questi istituti l’insegnamento avviene in sloveno, tranne per le lezioni di italiano e delle altre lingue straniere, secondo il piano didattico-educativo nazionale valido per le scuole statali di lingua italiana. La lingua e letteratura slovena sono materie aggiuntive, integrate nel curricolo di istituto, mentre il piano didattico relativo alle materie di geografia e storia è in parte adeguato al contesto della scuola slovena.
In Benecia, per rispondere alla mancanza di scuole slovene, la società civile ha promosso l’istituzione, concretizzatasi nel 1984, di un Centro scolastico bilingue a San Pietro al Natisone, inizialmente come scuola privata, che solo nel 2001 è stato inserito nel sistema statale italiano. L’istituto comprensivo bilingue Pavel Petričič comprende una scuola dell’infanzia, una scuola primaria e una scuola secondaria di primo grado, comprendo così l’intero ciclo di istruzione dai 3 ai 14 anni di età.
La Val Resia e Val Canale non dispongono di scuole slovene o bilingui, tanto che l’insegnamento del resiano e dello sloveno è alquanto limitato.