Il misterioso Timavo, luogo dal fascino senza tempo

Il Timavo, fiume misterioso, nasce alle pendici meridionali del monte Nevoso (Snežnik).

Dopo un primo tratto in superficie, nei pressi delle suggestive Grotte di San Canziano (Škocjanske jame), si inabissa e per 40 km, invisibile, prosegue nel sottosuolo. Gli speleologi hanno intercettato il suo percorso nell’Abisso di Trebiciano (Jama Labodnica), a 329 m di profondità, mentre nei pressi di Monrupino (Repentabor) hanno rilevato dell’aria che, sospinta dalla forza dell’acqua, esce attraverso delle aperture. Ciononostante, il tracciato rimane ancora avvolto nel mistero, si presume inoltre che il fiume venga alimentato da diversi corsi d’acqua sotterranei.

Le foci del Timavo presso San Giovanni di Duino hanno da sempre suscitato nell’uomo un grande interesse. Ancora oggi, le pendici del monte Hermada (Grmada) sono solcate da assi viari di importanza strategica, come lo attesta anche il fatto che oltre quattro mila anni fa la zona fosse disseminata da insediamenti fortificati chiamati castellieri.

Il più antico racconto relativo alle foci del Timavo è il mito degli Argonauti che dopo aver navigato lungo le acque del Danubio, della Sava e della Ljubljanica raggiunsero Vrhnika da dove, a piedi, proseguirono il loro viaggio attraverso la Notranjska fino a raggiungere il Timavo. Tra il VI e IV secolo a.C. si trovava, nei pressi del Timavo, un porto dove approdavano le navi mercantili greche. Qui i greci realizzarono un tempio dedicato all’eroe Diomede, descritto dallo storico Strabone nel I secolo a.C.

Anche Virgilio cita, nella sua opera Eneide, le bocche del Timavo dove i Romani avevano costruito un insediamento denominato Fons Timavi, a mezzo chilometro dal quale si trovavano anche delle terme romane di acqua calda, frequentate da personaggi illustri. Vicino alle foci è stata eretta la Chiesa di San Giovanni che svolse un ruolo cruciale nell’amministrazione del Carso triestino occidentale.

Nel IX e X secolo giunsero nel convento benedettino di San Giovanni di Duino dei pellegrini slavi, tra i quali vi erano alcuni cavalieri e signori (Hotimir, Pribina, Kocelj), i cui nomi vennero iscritti nell’evangelo, oggi conservato a Cividale. A San Giovanni si trovava un sistema portuario che fino al 1762 concorreva con quello di Trieste nel commercio del vino. L’abitato si era opposto, assieme al castello di Duino, agli attacchi della Serenissima i cui possedimenti si estendevano fino a Monfalcone.

Fino alla Prima guerra mondiale, numerosi mulini operavano in prossimità del Timavo, dal quale la popolazione del Carso veniva a rifornirsi di acqua nei periodi di siccità. Fu proprio il primo conflitto mondiale a colpire duramente San Giovanni di Duino a causa delle violente battaglie che si svolsero sull’Ermada e videro l’esercito italiano tentare invano di raggiungere Trieste. In tale occasione il paese venne completamente distrutto; la chiesa gotica venne successivamente sostituita da una nuova chiesa in stile romanico, edificata in una posizione più elevata, mentre l’antica chiesa fu ristrutturata appena negli anni 50, durante il governo alleato.

Od blizu

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