Una vecchia fotografia della Piazza Transalpina mostra la stazione ferroviaria con la stella rossa e il piazzale antistante deserto
Osservando con maggiore attenzione l’immagine si può notare al centro della piazza un alto reticolato, che correva lungo la linea di confine tra l’Italia e la Jugoslavia. Questo fu per i successivi cinquant’anni l’ambito quotidiano della stazione settentrionale, posta tra Gorizia e Nova Gorica.
La piazza Transalpina, che deve il suo nome all’omonima linea ferroviaria (in sloveno Bohinjska proga), è ancor oggi solcata dal confine tra due comuni e Stati nonché tra due città, Gorizia in Italia e Nova Gorica in Slovenia.
La linea ferroviaria che dal 1906, anno della sua inaugurazione, lambisce la piazza, collega Trieste con Jesenice. All’epoca sulla facciata dell’edificio non compariva alcuna scritta in quanto la Gorizia italiana si era opposta alla collocazione di una targa trilingue Görz/Gorizia/Gorica. Con l’accordo di pace di Parigi del 1947 la piazza venne suddivisa tra la Repubblica d’Italia e la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (SFRJ), oggi Repubblica di Slovenia, mentre la stazione ferroviaria fu a servizio di Nova Gorica.
Nel 2004 il “muro di Gorizia”, o meglio il reticolato, venne abbattuto, tuttavia si dovette attendere il 2007 quando, con l’ingresso della Slovena nell’area Schengen, la libera circolazione delle persone sul piazzale fu finalmente possibile. Oggi la linea di confine viene indicata da un tratto in rilievo e dal mosaico realizzato dall’artista triestino di lingua slovena Franko Vecchiet.
La piazza è oggi diventata un luogo di incontro dove si organizzano spesso eventi tra i rappresentanti delle autorità delle due città. Durante il periodo pandemico, contraddistinto dalle severe misure restrittive, sulla piazza venne nuovamente collocata una rete lungo la quale amici e parenti provenienti da entrambi i lati del confine si davano appuntamento, così come si faceva ai tempi della guerra fredda.