Quando si menziona il Narodni dom, solitamente si pensa all’edificio più famoso con questo nome – quello in via Filzi, che fu distrutto da un incendio doloso. Tuttavia, solo a Trieste, ci sono altri due Narodni dom, o Case del popolo, che hanno subito una sorte simile: una a San Giovanni e una a Barcola. Perché furono tutti e tre obiettivo di attacchi?
Le Case del popolo nacquero dal movimento di risveglio nazionale nel territorio asburgico tra il 1850 e il 1914. Costruite da associazioni e società come sedi per le loro attività, ospitavano spettacoli teatrali, balli, celebrazioni e conferenze, con l’obiettivo di stimolare la coscienza nazionale.
Il Narodni dom di Trieste, in particolare, fu edificato da organizzazioni liberali delle comunità slovena, ceca e serba. Questi centri di vita sociale, con una funzione così ben definita, offrivano anche opportunità per la propaganda nazionale, attirando così numerose critiche. La stampa italiana, ad esempio, definì il Narodni dom di Trieste “brutto e offensivo per la cultura italiana” già durante la sua costruzione.
Dopo l’annessione di Trieste all’Italia nel 1918, l’imponente edificio nel cuore della città fu incendiato nel 1920. Questo evento segnò l’inizio di un’escalation nella persecuzione della lingua slovena e delle attività pubbliche della comunità slovena a Trieste.