“Eppure – bisogna seminare”, così scriveva Alojz Rebula nel suo diario nel settembre 1969, dopo essersi chiesto se l’ “ardente conferenza” di Boris Pahor di quell’edizione di Draga non sarebbe caduta su cemento sterile.
La sua fede nell’importanza del pensiero aperto e critico è prevalsa in lui per tutta la sua vita, nonostante le difficoltà e le delusioni dovute a un periodo di massima incomunicabilità tra gli sloveni.
Questa è tra le missioni fondamentali di Draga, di cui Rebula è stato uno dei principali ispiratori e protagonisti per molti decenni.
L’Associazione Društvo slovenskih izobražencev ha quindi deciso di inserire le 59. Giorni di studio nella serie di eventi “Nel vento di Rebula”, che il Centro culturale sloveno (Slovenska prosveta) dedica allo scrittore e pensatore triestino Alojz Rebula in occasione del centenario della sua nascita.